L’obiettivo è creare valore aggiunto
Prima che VR e AR divengano sistemi indipendenti e autosufficienti dovrà passare del tempo, perché permangono ostacoli tuttora insormontabili, tra i quali, per cominciare, il prezzo, nonché – per citarne solo alcuni – i requisiti hardware, le dimensioni, il peso e infine la questione della connettività via cavo. Ecco perché occorre concentrarsi sulla creazione di valore aggiunto con i mezzi disponibili. Un approccio sensato può essere arricchire i contenuti digitali di esperienze immersive, ad esempio per dare al cliente la possibilità di provare un paio di scarpe ricorrendo alla realtà virtuale, o di aggiungere elementi d’arredo al proprio soggiorno tramite la realtà aumentata. In questo modo, il consumatore potrà verificare prima dell’acquisto se le calzature che desidera fanno per lui, o se un certo oggetto è delle dimensioni giuste e si intona con il resto del mobilio. L’importante è dunque identificare prima di tutto i bisogni dell’utilizzatore, e chiedersi qual è il valore aggiunto che gli si può fornire con un’applicazione di VR o AR. In altre parole, è sempre necessario chiedersi che cosa si desidera ottenere da un’applicazione.